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Data Act 2025: cosa è cambiato per le aziende e come prepararsi

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Data Act 2025: cosa è cambiato per le aziende e come prepararsi

Dal 12 settembre 2025 il Data Act è ufficialmente applicabile in tutta l’Unione Europea.
Dopo il GDPR, si tratta della normativa più rilevante nel campo della gestione dei dati, poiché introduce regole comuni su accesso, condivisione e utilizzo dei dati generati da dispositivi connessi, software e servizi digitali.
L’obiettivo è chiaro: rendere i dati più accessibili, equamente condivisi e pienamente valorizzabili, al fine di creare un mercato unico europeo dei dati.

Cosa prevede il Data Act

Il Data Act stabilisce diritti e obblighi per aziende, fornitori e utenti.
Ecco i punti principali:

  • Accesso ai dati generati: chi utilizza un prodotto connesso (macchinari, veicoli, dispositivi IoT) ha diritto di accedere ai dati che produce e di condividerli con terzi.

  • Condivisione equa tra imprese: le aziende che detengono dati devono renderli disponibili ad altre su richiesta, a condizioni trasparenti e non discriminatorie.

  • Portabilità cloud: cambiare fornitore sarà più semplice e senza costi ingiustificati. Dal 2027 saranno eliminate definitivamente le cosiddette switching fees.

  • Tutela dei segreti commerciali: le imprese possono proteggere il proprio know-how e la sicurezza dei dati, ma devono motivare eventuali limitazioni.

  • Obblighi di trasparenza: contratti chiari, tempi certi per la migrazione dei dati e indicazione della giurisdizione dei data center.

Perché il Data Act è strategico per PMI e startup

Il Data Act non riguarda solo i grandi gruppi tecnologici: anche PMI e startup devono adeguarsi.
Per tutte le aziende, questa riforma rappresenta una vera occasione di crescita.
Ecco perché:

  • Maggiore controllo sui propri dati: le aziende non restano “bloccate” da fornitori o produttori.

  • Più concorrenza e libertà di scelta: passare da un fornitore cloud all’altro sarà più rapido e trasparente.

  • Nuove opportunità di business: i dati diventano un asset strategico per creare nuovi servizi e migliorare i processi interni.

Data Act 2025: vademecum per PMI e startup

Per applicare concretamente il Data Act, ecco un vademecum operativo con le azioni chiave da mettere in pratica subito:

  1. Mappare i dati: individua quali dati generano i tuoi prodotti, dispositivi o servizi digitali.

  2. Verificare i contratti: controlla le clausole con fornitori cloud e partner digitali per assicurarti che rispettino il Data Act.

  3. Adeguare i sistemi: garantisci che i dati siano esportabili, leggibili e interoperabili, ad esempio tramite API o formati aperti.

  4. Proteggere il know-how: definisci policy interne per bilanciare la condivisione con la tutela dei segreti aziendali.

  5. Formare il team: informa chi si occupa di IT, legale e commerciale sugli impatti pratici del Data Act e sulle nuove opportunità.

Come trasformare l’obbligo in opportunità

Il Data Act non è solo una legge da rispettare: è una leva per innovare.
Le aziende che si muovono per tempo possono:

  • ridurre la dipendenza dai grandi fornitori digitali,

  • aumentare la trasparenza verso clienti e partner,

  • creare valore dai propri dati in modo sostenibile e conforme.

Il Data Act segna un cambio di paradigma: i dati non sono più un privilegio di pochi, ma una risorsa condivisa per crescere e innovare.

Contattaci per ricevere una checklist personalizzata e un piano operativo completo per accompagnarti in questo passaggio: dalla governance dei dati alla sicurezza, fino alla formazione continua e al monitoraggio dell’evoluzione normativa.

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